Alunno escluso dalla mensa
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Ha scatenato polemiche, l’episodio accaduto in una scuola abruzzese, in cui un bambino di 4 anni non avrebbe ricevuto il pranzo per il mancato pagamento della mensa. Lo riporta un articolo del quotidiano: “il Messaggero”.
Mentre il Comune e la Dirigente scolastica smentiscono che il piccolo sia rimasto a digiuno, la vicenda solleva interrogativi su responsabilità, educazione e gestione dei servizi scolastici.

Il fatto

Secondo il racconto del padre, anch’egli insegnante, l’assenza di un pasto per il figlio ha comportato un’umiliazione per il bambino, rendendo il momento del pranzo, che dovrebbe essere educativo, un’esperienza negativa. L’uomo ha lamentato anche disagi dovuti a precedenti interruzioni del servizio, che obbligavano i genitori a ritirare i bambini prima dell’orario previsto.
Da parte sua, il Comune difende la linea intransigente per far fronte ai mancati pagamenti che, lo scorso anno, hanno accumulato debiti per 11.000 euro, pur negando che il bambino sia stato privato del pasto.

Il valore educativo del momento mensa

La mensa scolastica non è solo un luogo dove i bambini si nutrono, ma un momento di educazione alla socialità, al rispetto delle regole e a uno stile di vita sano. Escludere un bambino da questo contesto per motivi economici contraddice l’obiettivo educativo del servizio.
Come sottolineato dal genitore, episodi del genere possono trasmettere ai bambini messaggi antieducativi, facendo percepire la diversità economica come una causa di esclusione.

Responsabilità legale e civile

La refezione scolastica è organizzata e gestita dall’Ente Locale, che stabilisce modalità di pagamento, regolamenti e menù. Questo rende il Comune responsabile dell’erogazione del servizio e, in caso di danni comprovati, del risarcimento. È l’Ente Locale, infatti, a stipulare i contratti con i fornitori dei pasti e a definire le procedure in caso di insolvenze.
La scuola, sebbene non direttamente responsabile della gestione economica della mensa, ha obblighi di vigilanza e organizzazione durante il tempo mensa. Il momento del pranzo è parte integrante delle attività educative e didattiche, come riconosciuto dalla Circolare ministeriale 2270 del 9 dicembre 2019. La scuola ha quindi il compito di segnalare eventuali disservizi o situazioni problematiche. La scuola, ove necessario, dovrà anche garantire che gli alunni possano consumare pasti domestici in un contesto adeguato.
A questo proposito, come riporta la Circolare stessa, la giurisprudenza italiana riconosce alle famiglie il diritto dei figli di consumare il pasto domestico nei locali mensa durante la refezione.

Il profilo assicurativo

Ai sensi della normativa, il responsabile del servizio di refezione scolastica è l’Ente Locale. In caso di danno provato, spetta a quest’ultimo l’onere del risarcimento.
La polizza assicurativa integrativa stipulata dall’Istituto, di norma, tutela tutte le attività scolastiche comprese quindi quelle relative al servizio mensa. Qualora il danno fosse causato dall’inadeguata o mancata vigilanza, la Responsabilità Civile derivante relativa ricade sul soggetto a cui in quel momento era affidata quest’incombenza.

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