Divieto dei cellulari in classe
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L’11 luglio scorso il Ministero dell’Istruzione ha emanato una Circolare relativa all’utilizzo degli smartphone in classe. La Circolare riprende la Nota n. 107190 del 19 dicembre 2022 relativa all’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici.

Il contenuto della Circolare

In premessa, la Circolare cita il Rapporto Unesco: “Global education monitoring report, 2023: technology in education: a tool on whose terms?“. Il documento evidenzia il legame negativo tra l’uso eccessivo delle
Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (in inglese ICT), e il rendimento degli studenti. «La semplice vicinanza a un dispositivo mobile – riporta la Circolare – distrae gli studenti provocando un impatto negativo sull’apprendimento».
A supporto di quanto espresso viene anche citato il Rapporto OCSE PISA 2022 che evidenzia come l’utilizzo degli smartphone faccia diminuire il livello di attenzione.
Il divieto degli smartphone tenderebbe anche a ridurre gli effetti della sindrome dell’Hikikomori che, come rileva Save the Children, sta raggiungendo livelli preoccupanti nel nostro Paese.
Rispetto alla Nota del dicembre 2022, in cui si invitavano le Istituzioni scolastiche a limitare l’uso degli smartphone, la nuova circolare introduce degli aspetti nuovi.
L’invito diventa un obbligo ma limitato esclusivamente al primo ciclo di istruzione, ovvero dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, escludendo gli Istituti superiori.
Anche nel primo ciclo è tuttavia consentita una deroga, qualora l’utilizzo sia previsto dal Piano Educativo Individualizzato e/o dal Piano didattico personalizzato, per gli alunni con disabilità.
La Circolare inoltre, invita anche ad un utilizzo più responsabile del Registro Elettronico, accompagnando le notazione digitali a quelle sul diario personale.

Il profilo assicurativo

Al di là degli aspetti prettamente didattici o sociali, l’utilizzo dello smartphone a scuola ha più volte, creato disagi anche sotto il profilo assicurativo. Il mancato rimborso da parte degli assicuratori per i cellulari danneggiati colposamente oppure rubati hanno spesso creato dissapori tra le famiglie e la scuola.
Per questo motivo è utile ricordare che anche le polizze scolastiche escludono il danneggiamento delle cose in consegna o custodia a qualsiasi titolo o destinazione.
Inoltre le polizze dei beni, di norma, non prevedono smartphone e/o cellulari nelle coperture assicurative fermo restando la garanzia qualora vengano utilizzati per fini didattici.

Se desideri maggiori informazioni sulle polizze assicurative scolastiche in relazione ai telefoni cellulari, contattaci qui.

— One Comment —

  1. Salve.
    Prima di tutto chiariamo che le note ministeriali non hanno valore di legge, però hanno lo scopo di rendere più chiara e fluida la normativa vigente. Se le leggessimo con attenzione, ci accorgeremmo che non affermano che i telefonini sono vietati a scuola, bensì descrivono quale sia l’uso non corretto vietato dalla legge. Impropriamente fa eccezione la Nota Ministeriale 5274/2024 (citata da voi), che riporta incredibilmente “il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici”, per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo (fino alla terza media), contrariamente alle leggi vigenti. Sarà tutto più chiaro se, anziché trattare del contenuto delle note ministeriali, considereremo le nostre leggi.
    Cominciamo citando la Legge 92/2019, che dall’anno scolastico 2020-2021 obbliga tutte le scuole, fin da quelle dell’infanzia, a insegnare l’Educazione Civica, facendo seguito alla Raccomandazione del Consiglio dell’U.E. datata 22/05/2018. Trattano delle competenze chiave di cittadinanza già stabilite in Italia con il D.M. 139/2007: per esempio nel punto 5 dell’allegato 2 è decretato che gli studenti devono imparare a far valere i propri diritti. Fra le competenze e gli obiettivi specifici di apprendimento, all’art. 5 della Legge 92/2019, troviamo l’educazione alla cittadinanza digitale, argomento disposto perché gli alunni, oltre alle competenze tecnologiche, devono avere un’adeguata conoscenza delle norme comportamentali da rispettare durante la navigazione in Internet, devono preservare il proprio benessere psicofisico, e proteggere sé stessi e gli altri da eventuali pericoli, proprio perché quei dispositivi possono essere dannosi. Un esempio di pericolo fra i tanti? Quello di essere fortemente attratti da una contorta visibilità a ogni costo. Quindi l’argomento che stiamo trattando è altamente educativo, necessario, e obbligatorio in tutte le scuole.
    Ma quali sono le norme comportamentali da rispettare? Per saperlo dovremmo leggere il D.Lgs. 196/2003, il Regolamento UE 679/2016, e il D.Lsg. 101/2018: in tutto circa 400 pagine. Troppe? Allora dovremmo leggere il Testo coordinato del D.Lgs. 196/2003, aggiornato alla fine del 2021 e compilato dal Garante della Protezione dei Dati Personali, G.P.D.P., circa 70 pagine che non hanno valore ufficiale perché non sono presenti nella Gazzetta Ufficiale, ma vengono da una fonte più che attendibile, perché è l’autorità sulla riservatezza eletta dal Parlamento Italiano (se preferite, potete chiamarlo Garante della privacy). Sono ancora troppe pagine? Se cerchiamo le spiegazioni più sintetiche, ci conviene leggere semplicemente le F.A.Q. sul sito web del G.P.D.P. (fonte più che attendibile), cioè le risposte alle domande frequenti sulla scuola. C’è scritto che è lecito registrare la lezione per scopi personali, ma ne è vietata la diffusione senza il consenso delle persone coinvolte.
    Vi hanno dato informazioni diverse? Be’, verificate le leggi, no?!
    Però ognuno deve fare la sua parte: fra i doveri degli studenti c’è che sono tenuti all’attenzione assidua: art. 3, c. 1, del D.P.R. 249/1998 (modificato dal D.P.R. 235/2007), “Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria”. Vuol dire che chi ha in tasca un telefonino, durante le lezioni deve silenziarlo perché non si può distrarre. Ma lo Statuto è sconosciuto, o poco conosciuto, per molti studenti. È un regolamento con valore di legge che le istituzioni scolastiche già dal 1998 sono obbligate a fornire in copia a tutti gli utenti, mentre dal 2007 devono presentarlo e condividerlo con gli studenti al principio del corso di studi: eppure non fanno ciò in molte scuole.
    Perché bandiscono il cellulare dalla scuola anziché stabilire semplicemente delle limitazioni per un uso con finalità educative? Bisogna non confondere la fermezza con il rigore, altrimenti è un po’ come se il personale di una scuola dicesse: “Qui educhiamo i giovani, a tutto ma non all’uso corretto del telefonino”. Certamente, in autonomia, qualunque scuola può vietarne l’uso, come il Garante afferma nelle risposte alle domande frequenti, ma ogni istituto deve metterlo in evidenza sul proprio sito web, così ogni genitore è informato e libero di decidere se considerare quella scuola incapace di contribuire all’educazione del proprio figlio sull’uso corretto del telefonino. Ovviamente, la decisione è di competenza del consiglio di istituto: il dirigente scolastico partecipa come tutti alla votazione con un solo voto, e in caso di parità il voto del presidente del consiglio di istituto vale il doppio. La scelta della scuola deve essere pubblicata nella relativa deliberazione, nel relativo verbale e nel regolamento di istituto. Spesso però la decisione è presa dai dirigenti scolastici, fornendo un ulteriore cattivo esempio nel mancato rispetto delle leggi… in una scuola!

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