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Lavori di piccola manutenzione

Annualmente i componenti del Comitato Genitori del nostro Istituto Comprensivo, provvedono alla realizzazione di lavori di piccola manutenzione. I lavori previsti riguardano la manutenzione ordinarie come l’imbiancatura delle aule, piccoli lavori di falegnameria, ecc.
La copertura assicurativa stipulata dalla scuola prevede la copertura per questi soggetti in caso di infortunio?

Negli ultimi anni, sempre più frequentemente, personale volontario, spesso gli stessi genitori degli alunni, si offre per realizzare lavori di piccola manutenzione nelle scuole.
La manutenzione, anche quella ordinaria, dovrebbe essere compito dell’Ente proprietario dell’Immobile tuttavia può essere effettuata anche dalla scuola previo accordo con l’Ente o il soggetto proprietario.
Questo tipo di lavori viene spesso gestito dalle Associazioni o dai Comitati dei genitori.

Il rischio potenziale

Il problema posto è quindi certamente importante e da non sottovalutare. I rischi sono sostanzialmente tre:

  • L’infortunio del personale volontario;
  • Un danno causato dall’Istituto al volontario;
  • Un danno causato dal volontario all’Istituto.

In altre parole: oltre all’infortunio, può accadere che l’Istituto, in modo colposo, provochi un danno al volontario. In maniera del tutto speculare, che il volontario provochi un danno ai beni all’Istituto.
Per questi motivi la copertura assicurativa è uno strumento assolutamente fondamentale.

Il profilo assicurativo

Concentriamoci in prima battuta, sul danno che il volontario potrebbe causare all’Istituto.
Circa le polizze assicurative per le associazioni volontarie, questa è obbligatoria ai sensi dell’Art. 4, comma 1 della Legge 11 agosto 1991, n. 266.
In questi casi è sempre opportuno per che l’Associazione o il Comitato dei genitori, regolarmente costituiti, sottoscrivano una polizza per la Responsabilità Civile per tutte attività effettuate all’interno dell’Istituto. Nel caso di danno colposo infatti, la polizza indennizza l’Istituto o il proprietario dell’immobile. In assenza di tutela assicurativa, all’Associazione o al Comitato potrebbe essere richiesto l’indennizzo.
Queste polizze inoltre prevedono, con un premio contenuto di poter assicurare anche l’infortunio del volontario impegnato nell’attività.

La polizza assicurativa scolastica

Non è insolito tuttavia che nell’Istituto scolastico operi un’Associazione o un Comitato genitori  non regolarmente costituiti.
Numerosi Dirigenti Scolastici, in questi casi, hanno evidenziato l’esigenza, di poter comunque assicurare questi soggetti.
Oggi, alcune polizze integrative, presenti sul mercato scolastico permettono di assicurare, a titolo gratuito, i volontari che svolgono piccoli lavori manutenzione.
La polizza prevede, comprensibilmente alcune limitazioni. Sono compresi, ad esempio, piccoli lavori di giardinaggio o mantenimento del verde. Allo stesso modo sono previsti lavori di piccola manutenzione dei locali scolastici come imbiancatura e accomodamento di porte o serramenti. Sono invece esclusi lavori
di manutenzione professionale o tutti quei lavori per cui è necessario l’utilizzo di apparecchiature o dispositivi che necessitino di licenza, autorizzazione o competenza specifica. 
Precondizione per la copertura assicurativa è il formale incarico da parte dell’Istituto Scolastico.

Se vuoi avere maggiori informazioni sulle polizze assicurative scolastiche, contattaci qui.

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Educazione Fisica e Didattica a Distanza, le indicazioni del MIUR

Sono pervenute prime indicazioni del Ministero dell’Istruzione in relazione all’Educazione Fisica impartita attraverso la Didattica a Distanza.
L’Educazione Fisica effettuata attraverso la Didattica a Distanza, è un tema controverso. Se da un lato sembra opportuno effettuare un’attività prevista dal Piano formativo, dall’altro serve garantire la necessaria sicurezza.
Sul tema abbiamo avuto modo di entrare nel dettaglio in un nostro articolo all’inizio dello scorso mese di novembre.
La questione circa la possibilità di effettuare l’insegnamento dell’Educazione Fisica con esercizi pratici realizzati durante le sessioni video era stata sollevata dalla C.A.P.D.I. (Confederazione Associazioni Provinciali Diplomati I.S.E.F.), fin dal mese di aprile del 2020.

Le indicazioni ministeriali

Il MIUR, con una lettera datata 25 novembre 2020, chiarisce che non è possibile impartire lezioni pratiche di educazione fisica attraverso la DaD (o DDI). La motivazione risiede nel fatto che non tutti gli studenti, dispongono di spazi idonei e/o sicuri per svolgere le attività proposte dai docenti.
La risposta del Ministero conferma l’orientamento non solo dalla maggioranza dei Dirigenti Scolastici ma anche i pareri pervenuti dal mondo assicurativo.
L’attività di educazione fisica infatti è tra quelle attività di insegnamento che presenta condizioni di rischio elevato. Il rischio tende a crescere ancor più, se l’attività è effettuata senza la vigilanza diretta o in ambienti inadeguati.

Il profilo assicurativo

Sul versante assicurativo, per quanto riguarda l’INAIL, il presente chiarimento è certamente importante, l’Educazione Fisica, infatti è una delle attività ricoperte dall’Istituto.
Sul fronte delle assicurazioni private, almeno per quanto riguarda le imprese top leader del mercato, la copertura assicurativa durante la DaD (o DDI) rimane sempre garantita per tutte le materie, fermo restando le possibili variazioni apportate dal chiarimento in relazione all’attività di Educazione Fisica.

Rimane comunque sempre opportuno un intervento di verifica dei livelli di copertura della polizza da parte del broker assicurativo specializzato in ambito scolastico.  

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Servizi di pre-scuola e doposcuola

Il Comune, in cui è situato l’Istituto, ha organizzato i servizi di pre-scuola e doposcuola per gli alunni, affidando il servizio ad una cooperativa. Nella bozza di accordo di collaborazione proposta dal Comune si evidenzia che la copertura assicurativa degli studenti è a carico della scuola.
E’ corretto sottoscrivere questo accordo?

Pre-scuola e doposcuola rientrano tra quei servizi che, nel corso degli anni, sono stati introdotti, appaltati o gestiti da soggetti diversi dall’Istituto Scolastico. Spesso i Comuni, per venire incontro alle esigenze dell’utenza, individuano imprese o cooperative per la gestione di specifiche attività prima e dopo l’orario scolastico.

Le polizze assicurative scolastiche

Di norma, la maggior parte delle polizze assicurative sottoscritte in ambito scolastico, estendono la garanzia infortuni degli studenti anche durante questo tipo di attività.
Il progetto, tuttavia, dovrà essere deliberato all’interno del Consiglio di Istituto, a fronte di un formale accordo di collaborazione tra i soggetti interessati.
L’accordo di collaborazione dovrà specificare, oltre agli aspetti pratici ed eventualmente economici, quali siano gli ambiti operativi e le responsabilità dei singoli soggetti coinvolti.

La responsabilità diretta

In relazione alla responsabilità diretta per gli eventuali danni è bene evidenziare che l’Istituto scolastico ha sottoscritto una polizza assicurativa di Responsabilità Civile.
Analogamente, l’Ente Locale, o il soggetto da questo individuato per il servizio, dovrà garantire il risarcimento degli eventuali danni causati durante l’esecuzione dell’attività.
L’onere dell’organizzazione e della vigilanza dei servizi pre-scuola e doposcuola è, infatti, di norma, a carico del Comune o del soggetto da questi individuato.

Prescuola e doposcuola gestito dall’Associazione dei Genitori

Negli anni abbiamo avuto occasione di verificare come, per questo tipo di attività, siano stati coinvolti anche altri soggetti. Tra questi le Associazioni di volontariato e Associazioni dei genitori.
Anche in questo caso le procedure sono analoghe. Delibera del Consiglio di Istituto e creazione di un protocollo d’intesa con la definizione degli aspetti organizzativi del servizio e responsabilità per danni diretti, relativi alla vigilanza, sono propedeutiche all’attività.
A questo proposito è bene evidenziare che le associazioni, regolarmente costituite, che offrono prestazioni volontarie all’interno della scuola, sono tenute all’osservanza della Legge 11 agosto 1991 n. 266 (cd. legge-quadro sul volontariato).
La norma impone alle associazioni di volontariato, la stipula di un contratto di assicurazione che garantisca una tutela dei volontari contro ogni possibile rischio di Responsabilità Civile diretta.

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Frattura ai denti per mancata vigilanza

Una nostra alunna, di nove anni, durante la ricreazione nel mentre, unitamente ad altri compagni, si sta recando in bagno, viene spinta e cadendo a terra riporta una frattura ai denti incisivi superiori. I genitori si rivolgono ad un legale, che ci scrive richiedendo il rimborso integrale di tutte le spese mediche presenti e future e lamentando la mancata vigilanza del personale preposto (docente e non docente), benché presenti nel corridoio della struttura scolastica al momento del fatto.

La frattura ai denti è un tema ricorrente negli infortuni scolastici, la letteratura per questi caso è pressoché sterminata. Moltissimi sono anche gli interventi dei legali a tutela delle famiglie. Soffermiamoci quindi sull’aspetto della responsabilità dell’Istituto.

La Responsabilità Civile della scuola

Dal punto di vista strettamente giuridico, in tema di Responsabilità Civile del personale scolastico, alla luce della presunzione di responsabilità, di cui all’Art. 2048 del Codice Civile, la scuola dovrà: “dimostrare di aver adottato, in via preventiva, tutte le misure disciplinari o organizzative idonee ad evitare il sorgere di una situazione di pericolo favorevole al determinarsi di detta serie causale” (Cassazione Civile, Sezioni Unite, 27 giugno 2002, n. 9346).
Il caso in questione si colloca , appunto, nell’area che il Codice Civile ha dedicato alla materia della responsabilità civile extracontrattuale, e nella necessità di attuare il principio del neminem laedere, in virtù del quale ai sensi dell’Art 2043: “Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcirlo”.

La prova di non aver potuto impedire il fatto

Tutti i soggetti ritenuti responsabili ai sensi dell’Art. 2048 del Codice, possono liberarsi della responsabilità provando di non aver potuto impedire il fatto. Circa il personale scolastico la prova liberatoria consiste nel dimostrare di aver apprestato un’adeguata sorveglianza, in relazione alla condizione dei luoghi dove s’è svolto l’evento. Ma anche all’età e al grado di maturità aggiunto dall’alunno e che non è stato possibile impedire il danno a causa della sua repentinità ed imprevedibilità.
Può capitare che, nei casi di danno ai denti, la famiglia ricorra ad un legale per verificare l’eventuale responsabilità della scuola.
In questi casi è opportuno, che il Dirigente Scolastico, contestualmente all’inoltro alla Società assicuratrice tutta la documentazione ricevuta dal legale, avvii un’azione istruttoria. L’attività istruttoria è finalizzata a determinare precisamente la dinamica degli eventi, al fine di escludere la responsabilità diretta dell’Istituto.

L’assicurazione scolastica

Dal punto di vista assicurativo, le polizze attualmente presenti nel mercato scolastico tendono, di norma, a risarcire il danno all’interno del massimale di spese mediche. Solitamente il rimborso però ricomprende esclusivamente le spese occorrenti al primo intervento di ricostruzione delle parti danneggiate.

Se desideri maggiori informazioni sulle polizze assicurative scolastiche, in relazione al danno ai denti, contattaci qui.

 

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Obbligo di vigilanza sugli alunni

La questione relativa all’obbligo di vigilanza sugli alunni, imposto al personale scolastico ai sensi del comma 2, dell’Art. 2048, del Codice Civile, è stato, nel corso degli anni, oggetto di svariate sentenze giurisprudenziali.
La questione assume particolare rilevanza anche in virtù dell’introduzione, nella scuola, di nuove dinamiche didattiche, come all’alternanza scuola lavoro o la recentissima diffusione della DaD.

Il rapporto contrattuale

Alla luce del rapporto extracontrattuale che si viene ad instaurare con l’iscrizione, la scuola è responsabile del danno causato al minore nel tempo in cui questi è sotto la propria vigilanza.
Occorre altresì precisare che l’obbligo di vigilanza sugli alunni, non ha carattere assoluto.
La vigilanza infatti è proporzionale al tipo di attività, all’età e al grado di maturazione degli alunni.
Non serve quindi, la costante presenza dell’insegnante, ma resta l’obbligo di mettere in atto di tutte le misure organizzative per la sicurezza degli allievi.
Anche nel caso di alunno maggiorenne, la potestà disciplinare della scuola verso l’allievo rimane immutata, esattamente come i doveri dell’allievo nei confronti dell’Istituto.

Le attività potenzialmente rischiose

Occorre anche considerare che all’interno delle scuole si svolgono attività potenzialmente rischiose. La stessa INAIL sul proprio sito ha definito un elenco di attività tutelate.
Le statistiche rilevano che più del 50% degli infortuni scolastici avvengono in palestra, o comunque durante l’attività motoria.
In questi casi è necessario verificare che siano state predisposte tutte le misure per consentire che: «l’insegnante sotto la cui guida il gioco si svolge, sia stato in grado di evitare il fatto». (Cass. 2003, n. 15321).
Analogamente, dovranno essere predisposte tutte le misure di contenimento del danno anche in occasione delle attività potenzialmente dannose come le attività di laboratorio .
Bisognerà inoltre considerare l’età dell’alunno, se questo è capace di intendere e di volere. “Considerando anche lo sviluppo intellettivo del soggetto, quello fisico, l’assenza di malattie, la forza del carattere, la capacità del minore di rendersi conto dell’illeceità del suo gesto, la capacità di volere con riferimento all’attitudine di autodeterminarsi” (Cass. 1975, n. 1642).

La Culpa in educando

Infine, oltre alla possibile culpa in vigilando del personale scolastico e alla culpa in organizzando dell’Istituto, c’è da tenere in considerazione anche la possibile culpa in educando dei genitori (Comma 1, dell’Art. 2048 del Codice Civile).
La famiglia è la prima deputata a impartire ai figli una corretta educazione atta a prevenire fatti illeciti e/o dannosi.
La questione relativa alla responsabilità di vigilanza sugli alunni, quindi non è banale.
Nel merito delle coperture assicurative, prevede una accurata analisi delle dinamiche per capire, non solo come il sinistro è avvenuto, ma anche per definire le eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti e l’eventuale trasferimento all’assicuratore.

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Perché quest’anno ci meritiamo Natale

Come al termine di ogni anno è il momento dei bilanci.
In questi giorni, ci siamo fermati a riflettere sul motivo per cui quest’anno, forse più di ogni altro, ci meritiamo Natale.
Quanto è accaduto quest’anno, per le generazioni che non hanno mai vissuto nulla di simile, è stata una prova impegnativa, mai capitata prima.
Per molti versi il 2020 è stato un anno straordinario, a volte sorprendente, spesso scioccante che non dimenticheremo facilmente. Farci gli auguri per le imminenti festività, quindi non è una cosa né semplice né scontata.
«Nessun male viene per nuocere» diceva Sigmund Freud. Lui affermava di essere un uomo fortunato perché nella vita niente gli fu facile: «i problemi e le battute d’arresto sono anche e soprattutto un’opportunità di crescita».

Quest’anno i problemi sono stati molti ma abbiamo anche imparato cose nuove, forse come mai prima.
Abbiamo imparato:

  • Dopo decenni vissuti nell’illusione del controllo assoluto dei processi naturali, che forse non è proprio così: siamo fragili e indifesi.
  • Attraverso la tecnologia, esistono modi diversi di socializzare, comunicare, lavorare e studiare.
  • Quanto sia importante rimettere la scuola al centro degli investimenti, non solo economici, del nostro Paese.

Quest’anno ci meritiamo Natale perché sarà un Natale diverso.
Verosimilmente non sarà possibile riunirci tutti insieme attorno a una tavola. Ma forse proprio in questa forzata lontananza riscopriremo il vero valore di starci accanto, ricordando con tenera nostalgia anche tutte le persone che non saranno più con noi.

Il Natale che ci accingiamo a celebrare sarà con tutta probabilità differente anche perché, forse, abbiamo capito che ogni gesto, anche il più banale, non è mai scontato e che dobbiamo inventare un nuovo modo più responsabile, per prenderci cura degli altri anche sollecitando la nostra immaginazione.

È con questo pensiero che auguriamo a tutti noi un Sereno Natale e un felice Nuovo Anno.  

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Termini di prescrizione

Uno studente di terza media del nostro Istituto, cadendo nel cortile della scuola, durante la ricreazione, riportava la frattura dell’incisivo anteriore. La segreteria, effettuava regolare denuncia alla Compagnia Assicuratrice, comunicava gli estremi del sinistro alla famiglia. A distanza di 6 anni, ci contatta la famiglia evidenziando che il sinistro non era ancora stato liquidato. Sentita la Compagnia Assicuratrice, questa risponde che, essendo scaduti i termini di prescrizione, il sinistro non è più indennizzabile. La famiglia minaccia di rivolgersi ad un legale. Qual è il rischio che può correre l’Istituto?

Dell’aspetto relativo ai danni ai denti avevamo già fatto un approfondimento nel nostro articolo dello scorso novembre. Tuttavia sembra opportuno fare alcune precisazioni sui termini di prescrizione.

La prescrizione

La prescrizione, in materia di assicurazione, è regolamentata dall’Art. 2952 del Codice Civile. «I diritti derivanti dal contratto di assicurazione […] si prescrivono in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda […]».
Questo comma è stato modificato dalla Legge 27 ottobre 2008, n. 166, e dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221. Precedentemente il termine di prescrizione era di un anno.

Assicurazione per conto altrui

Le polizze assicurative scolastiche sono una particolare forma di assicurazione regolamentata dall’Art. 1891 del Codice Civile: Assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta. Quando la scuola stipula il contratto assicurativo, pagando il relativo premio, conviene con l’assicuratore che l’indennità verrà corrisposta ad un soggetto terzo (studente o operatore scolastico) già determinato. In questo caso parleremo di assicurazione per conto altrui.
Qualora il terzo danneggiato non fosse determinato a priori ma sarà identificato successivamente, come titolare del diritto, avremo la formula per conto di spetta.
Il Codice Civile evidenzia come: «il contraente deve adempiere gli obblighi derivanti dal contratto». Ad esempio: il pagamento del premio o la denuncia di sinistro, come in questo caso. «Salvo quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall’assicurato».

Denuncia e gestione del sinistro

A nostro parere, l’Istituto, effettuando denuncia di sinistro, ha adempiuto correttamente a quanto previsto dal contratto, comunicando alla famiglia gli estremi del sinistro.
Allo stesso modo, anche la Società assicuratrice, ha fatto valere il proprio diritto contrattuale.
Chi invece risulta carente è la famiglia dello studente assicurato che ha richiesto il rimborso 4 anni dopo la scadenza dei termini di prescrizione.
Nella fase di comunicazione all’assicurato, o alla sua famiglia, degli estremi di avvenuta denuncia, è sempre opportuno che la scuola sottolinei l’aspetto relativo alla prescrizione.

Interruzione dei termini di prescrizione

L’assicurato, qualora l’infortunio non si fosse risolto entro i due anni previsti dalla norma, potrà sempre effettuare l’interruzione dei termini di prescrizione. Ai sensi dell’ Art. 2945 del Codice Civile, infatti: “Per effetto dell’interruzione s’inizia un nuovo periodo di prescrizione […]”.

Se vuoi avere maggiori informazioni in relazione alla prescrizione delle polizze assicurative scolastiche, puoi contattarci qui.

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Obbligo di denuncia all’INAIL per Covid19

Il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. Cura Italia), all’Art. 42 comma 2, equipara il contagio da Covid19, in occasione di lavoro, ad infortunio sul luogo di lavoro. Pertanto il contagio è assoggettato all’assicurazione obbligatoria INAIL.
In relazione al Covid19, l’INAIL ha emesso due circolari: la n. 13 del 03 aprile 2020 e la successiva n. 22 del 20 maggio 2020.

Gli ambiti di tutela INAIL

L’ambito di tutela INAIL non si limita esclusivamente al luogo di lavoro in quanto tale, ma ricomprende anche tutte attività accessorie o strumentali. Tra queste gli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare al proprio domicilio (itinere).
Affermare quindi che la denuncia non dev’essere effettuata in quanto non è accertabile se il contagio sia avvenuto nel luogo di lavoro appare francamente un’affermazione debole.
Data la peculiarità dell’infezione, infatti, è impossibile stabilire con certezza dov’è avvenuto il contagio. contratta. Tuttavia l’evidenza clinica della presenza del virus (certificato medico e tampone), a nostro parere, meriterebbe, almeno a un approfondimento di indagine.
Come richiamato nelle circolari INAIL, non sussiste alcun onere in capo all’Operatore scolastico contagiato, a fornire la prova di dov’è avvenuta l’infezione.

La responsabilità del Dirigente scolastico

Allo stesso modo, la denuncia di sinistro non presuppone automaticamente la responsabilità del Dirigente scolastico in qualità di datore di lavoro.
Su quest’aspetto la circolare INAIL n. 13 è particolarmente chiara: «[…] ove l’episodio che ha determinato il contagio non sia noto o non possa essere provato dal lavoratore, né si può comunque presumere che il contagio si sia verificato in considerazione delle mansioni/lavorazioni e di ogni altro elemento che in tal senso deponga, l’accertamento medico-legale seguirà l’ordinaria procedura privilegiando essenzialmente i seguenti elementi: epidemiologico, clinico, anamnestico e circostanziale».
Spetterà quindi all’INAIL stabilire, attraverso l’accertamento medico-legale, se esistano i presupposti di indennizzo dell’infortunio.
Il solo certificato medico e la presunzione di contagio, in assenza del risultato del tampone, qualifica l’evento come malattia comune e, a nostro avviso, non dev’essere denunciato.

Le indicazioni operative di INAIL

Nel caso di dubbio è sempre opportuno verificare con la sede INAIL di competenza o direttamente con il Contact Center nazionale, la procedura da seguire. Alcuni Istituti hanno verificato in questo senso e le risposte pervenute consigliano sempre di effettuare la denuncia almeno dal punto di vista precauzionale e cautelativo.

Approfondimenti in materia

Per completezza di informazione segnaliamo l’Approfondimento disponibile sul sito di CISL – Scuola che, richiamando la circolare INAIL n. 13, ricorda come sia: «[…] opportuno adottare ogni misura proattiva per l’acquisizione delle denunce da parte dei datori di lavoro, con l’eventuale documentazione sanitaria allegata, evitando comportamenti improntati al rigore letterale delle disposizioni normative».
Sempre sullo stesso tema segnaliamo anche l’articolo dello scorso 8 dicembre 2020 apparso sul quotidiano ItaliaOggi a firma di Antimo Di Geronimo rilanciato dal sito web Assinews.it circa la controversa questione malattia/infortunio.

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Covid19 e trasporto scolastico

Lo scorso 4 dicembre, l’IIS e l’INAIL hanno pubblicato un documento sulla gestione del contagio da Covid19 nelle attività correlate all’ambito scolastico con particolare riferimento al trasporto scolastico. Il documento è stato condiviso con il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Coronavirus. 

Il trasporto scolastico

Importante è evidenziare la premessa del documento: «Mettere in sicurezza la scuola e mantenerla in presenza significa pensare, non solo alle misure organizzative di prevenzione e protezione negli edifici scolastici, ma anche a tutte le attività che avvengono fuori del contesto scolastico (in particolare al percorso casa-scuola degli studenti) che in diversa misura possono contribuire alla diffusione del contagio».
Lo studio evidenzia come il rischio di contagio nelle scuole non sia superiore rispetto a quello della popolazione generale. Tuttavia si osserva una maggiore incidenza di casi nelle fasce di età più elevate (>12 anni). L’incidenza riguarda quella porzione di studenti per i quali, le occasioni di rischio risultano essere più elevate. Tra queste l’utilizzo del trasporto pubblico.

Altri luoghi di aggregazione connessi alla scuola

Il documento evidenzia anche altri aspetti correlati. Tra questi, ad esempio, le aggregazioni nei pressi della scuola, in entrata e uscita, o le attività di studio in collaborazione. Questi momenti potrebbero rappresentare un punto di criticità e richiedono l’applicazione di specifiche misure di prevenzione.
ISS e INAIL infine, offrono alcune indicazioni operative nell’ottica della prospettiva concreta di riavvio delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

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Somministrazione dei farmaci a scuola

Nel corso degli anni ci sono arrivate richieste di chiarimento in relazione al livello di responsabilità in caso di somministrazione dei farmaci a scuola.

Le linee guida del MIUR

Con la Circolare n. 321 del 10 gennaio 2017, il MIUR ha emanato le linee guida per la somministrazione dei farmaci , in orario scolastico, per gli studenti che ne necessitassero.
La somministrazione dei farmaci durante la permanenza a scuola dovrà essere formalmente richiesta dai genitori degli alunni. La richiesta dev’essere corredata da certificazione medica attestante lo stato patologico dell’alunno. Il certificato medico dovrà riportare la prescrizione specifica dei farmaci da assumere (conservazione, posologia, modalità e tempi di somministrazione).

La richiesta della famiglia

Per attivare il processo di somministrazione del farmaco in orario scolastico la famiglia dovrà presentare:

  1. Formale richiesta al Dirigente Scolastico;
  2. Certificazione medica rilasciata dal Pediatra o dal Medico di Medicina Generale, che indichi lo stato di malattia dell’alunno e la prescrizione specifica dei farmaci da assumere. Il certificato dovrà indicare se si tratta di farmaco salvavita o indispensabile e se possa essere erogata da personale adulto non sanitario. La somministrazione infatti non deve richiedere il possesso di cognizioni specialistiche di tipo sanitario, né di perizie tecniche da parte dell’adulto che interviene nella somministrazione.

I protocolli operativi della scuola

Il Dirigenti Scolastici, per quanto di competenza, sono tenuti a:

  1. Effettuare una verifica delle strutture scolastiche, ed eventualmente individuare un luogo fisico idoneo per la conservazione e la somministrazione dei farmaci;
  2. Ove richiesta, concedere l’autorizzazione all’accesso ai locali scolastici durante l’orario scolastico ai genitori degli alunni, per la somministrazione dei farmaci;
  3. Verificare la disponibilità degli operatori scolastici in servizio a garantire la continuità della somministrazione dei farmaci, ove non già autorizzata ai genitori esercitanti la potestà genitoriale o loro delegati.

Gli operatori scolastici possono essere individuati tra il personale docente ed ATA che abbia seguito i corsi di pronto soccorso ai sensi del Testo Unico Sicurezza Lavoro (D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81).

Il profilo assicurativo

Sul piano strettamente assicurativo anche la somministrazione dei farmaci a scuola, di norma, rientra nella copertura assicurativa stipulata dall’Istituto. Resta inteso che in caso di sinistro dovrà sempre essere prodotta la documentazione di cui sopra. Dovrà essere prodotto anche il protocollo operativo circa la somministrazione e l’autorizzazione da parte del Dirigente Scolastico che dovranno sempre essere tenuti agli atti.