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Vandalismo durante il viaggio di istruzione

La cronaca del 6 marzo scorso riporta come un alunno 18enne, di un Istituto superiore varesino, abbia commesso un atto vandalico durante una gita scolastica.

Il fatto

Lo studente, in gita scolastica a Malta, ha inciso le proprie iniziali su uno dei portali di Gigantia, monumento neolitico dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Colto in flagrante da un agente di sicurezza è stato arrestato dalla polizia. Il giovane, processato per direttissima, ha ammesso tutte le accuse mosse a suo carico. Condannato a due anni di reclusione, con sospensione della pena, dovrà comunque pagare un’ammenda di 15.000 euro.

La responsabilità penale

Il vandalismo è normalmente identificato come un reato penale. La distruzione, il deturpamento o l’imbrattamento di un patrimonio protetto dall’UNESCO è sanzionato in maniera molto severa in tutto il mondo. È bene, comunque, evidenziare come ogni Paese applichi pene specifiche in relazione ai singoli reati. Circa la responsabilità penale, questa è legata all’età del soggetto ovvero, in linea di principio, alla capacità di agire. Analogamente all’Italia, anche a Malta la maggiore età è stabilita con il compimento del 18° anno.

La pena pecuniaria

Più articolata è la questione legata al pagamento della pena pecuniaria.
Il tema della responsabilità genitoriale è stato argomento di dibattito, di sentenze e di provvedimenti legislativi negli ultimi 10 anni. Ad oggi, il minore di 18 anni, non è tenuto a pagare pene pecuniarie o risarcimenti, in questi casi l’onere ricadrà sulla famiglia o sul tutore. Sono infatti questi ultimi, a subire le conseguenze civili dei danni commessi, in quanto esercenti la potestà sul minore.
Qualora invece, l’autore del reato, come in questo caso, sia un maggiorenne, sarà lui a dover risarcire gli eventuali danni procurati. Tutto ciò, anche nel caso in cui il soggetto sia nullatenente o non possedesse un reddito. Ai sensi dell’Art. 106 del D. Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154, dopo la maggiore età, i genitori non hanno più responsabilità sulla condotta del figlio, neanche se quest’ultimo dovesse convivere con loro. L’orientamento giurisprudenziale prevalente tende, tuttavia, ad estendere la responsabilità genitoriale anche ai fatti illeciti commessi dai figli maggiorenni non economicamente autosufficienti, analogamente a quanto previsto per figli minori di età.

La reciprocità nell’UE

Malta, in quanto parte dell’Unione Europea, gode del principio di reciprocità interno all’Unione. Ne deriva che, in relazione al pagamento delle sanzioni e delle pene pecuniarie, l’autorità giudiziaria o amministrativa di un Paese comunitario può trasmettere gli atti direttamente all’autorità di un altro paese membro e quindi far riconoscere e rendere esecutivo il pagamento senza ulteriori formalità.

La responsabilità della scuola

Come espresso all’Art. 27 della Costituzione: «La responsabilità penale è personale». Ne deriva che non è possibile la sostituzione della persona che deve rispondere di un illecito penale. La polizza assicurativa quindi non risarcisce né il danno né la sanzione.
Tuttavia, la scuola, alla luce del rapporto negoziale instauratosi con l’iscrizione dello studente, assume precisi doveri di vigilanza ai sensi dell’Art. 2048 del Codice Civile. Nel caso di mancata o insufficiente vigilanza, anche nel caso di studenti maggiorenni, l’Istituto potrebbe dover rispondere dell’eventuale danno provocato, in concorso con la famiglia. Le polizze scolastiche integrative, di norma, ricomprendono quest’aspetto anche in occasione dei viaggi di istruzione, anche all’estero.

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Alunna cade con gli sci

La Cassazione, con sentenza n. 5118 del 17 febbraio 2023, ha stabilito che è compito del danneggiato dimostrare la responsabilità della scuola e degli insegnanti.

Il fatto

Gli eventi risalgono al febbraio del 2008. Una studentessa di un Istituto superiore pisano, nel corso di una gita scolastica, mentre sciava in condizioni meteorologiche avverse, cadeva rovinosamente, infortunandosi. La ricostruzione dei fatti indica come la studentessa, in occasione della gita, fosse accompagnata dal padre. Fu quest’ultimo a portare la figlia sulla pista da sci dove accadde il sinistro, in assenza del docente. Inoltre, nella dinamica dell’evento non veniva determinata né la causa della caduta, né il luogo esatto della stessa.

L’iter processuale

La famiglia della studentessa, a fronte della resistenza del Ministero dell’Istruzione e della Compagnia Assicuratrice, decise di ricorrere al giudice.
Nel primo grado del processo, il tribunale stabilì che il danno era ascrivibile alla mancata vigilanza degli insegnanti e della scuola. Il giudice, in quell’occasione, deliberò la liquidazione di un risarcimento di circa 30.000 euro alla studentessa. La Corte d’Appello, successivamente, confermò la sentenza di primo grado, da qui il ricorso in Corte di Cassazione.
I giudici della Suprema corte eccepiscono le precedenti sentenze, in relazione all’aspetto probatorio, ai sensi degli Artt. 1218 e 2697 del Codice Civile. Secondo i giudici infatti: «[…] cadere dagli sci costituisce circostanza probabile quando si pratica suddetto sport. Non si può dalla semplice caduta, in assenza di una descrizione della dinamica, ricavare automaticamente la presunzione di responsabilità per culpa in vigilando dell’insegnante». Inoltre, secondo i giudici, anche l’età dell’alunna e le abilità sciistiche dichiarate devono essere prese in considerazione nella valutazione del dovere di vigilanza della scuola. È compito del danneggiato infatti, fornire la prova della responsabilità della scuola e degli insegnanti. 
Un ultimo aspetto riguarda il livello dell’indennizzo. Secondo la suprema corte la liquidazione del danno è: «[…] in contrasto con quanto affermato dalla giurisprudenza di legittimità». L’importo della liquidazione infatti: «[…] dev’essere circoscritta agli aspetti dinamico-relazionali della vita del soggetto in relazione ad allegazioni e prove specificamente dedotte».
Per queste motivazioni il tribunale ha chiesto la ripetizione del processo.

Il profilo assicurativo

Le polizze assicurative integrative, operanti nel mercato scolastico, tutelano gli assicurati durante tutte le attività scolastiche. Ne deriva che tutelano l’assicurato anche durante i viaggi di istruzione e le gite scolastiche. Le migliori formule assicurative prevedono anche la copertura durante le settimane bianche o le escursioni sulla neve. I questi casi, in caso di infortunio, garantiscono le spese mediche, all’interno del massimale stabilito.  Il ramo di Responsabilità civile tutela, invece, l’Istituto in caso di danno colposo a quest’ultimo direttamente ascrivibile. Come nel caso in questione, il Ministero e la Compagnia assicuratrice possono comunque rivolgersi alla giustizia ordinaria nell’ipotesi che il danno non sia stato provocato per responsabilità diretta.

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Stage all’interno della scuola

Una Società privata di formazione ha chiesto la disponibilità a ospitare alcuni loro studenti in uno stage formativo da effettuarsi all’interno del nostro Istituto. Appurata l’opportunità, alla luce del percorso formativo intrapreso dagli stagisti, prima della stipula della convenzione abbiamo richiesto alla Società una dichiarazione attestante l’effettuazione del corso di formazione sulla sicurezza da parte degli stagisti. È corretto? Inoltre, la polizza integrativa tutela gli stagisti in caso di infortunio?

Sempre più spesso viene chiesta la disponibilità alle scuole di ospitare tirocini formativi. Gli aspiranti docenti, iscritti ad Enti pubblici o privati hanno, in questo modo, la possibilità di coniugare l’approccio teorico con il contesto reale dell’ambiente scolastico.

La normativa

Ai sensi dell’Art. 2 comma 1, lettera (a) del D. Lgs 9 aprile 2008, n. 81, lo studente impegnato in tirocini formativi è equiparato al lavoratore. Ai sensi dello stesso decreto, all’Art. 37, comma 1, lettera (a), gli studenti dovranno ricevere preventivamente, dall’istituzione scolastica mandante, la formazione in materia di sicurezza.
La formazione in materia di sicurezza è un passaggio indispensabile e obbligatorio per effettuare lo stage formativo. La società dovrà, quindi, dichiarare, in fase di convenzione, che gli stagisti hanno effettuato la formazione. Dal canto proprio, la scuola, oltre all’ottemperanza agli obblighi di legge, dovrà garantire l’eventuale valutazione dei rischi specificatamente riferita allo stage. Indispensabile sarà anche l’informazione sui rischi generali, nonché sulle misure di prevenzione ed emergenza in caso di incendio o evento sismico.

Il profilo assicurativo

Ai sensi dall’Art. 3 del D.M. 25 marzo 1998, n. 142, gli Enti Pubblici o Privati promotori del tirocinio, devono garantire l’assicurazione al tirocinante.  La copertura assicurativa dovrà essere operante per tutta la durata dello stage sia contro gli infortuni sul lavoro che per la responsabilità civile verso terzi.
Il promotore del tirocinio dovrà garantire l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro presso l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL).
Dovrà, inoltre, essere prevista una polizza assicurativa, con una Compagnia privata, per la responsabilità civile verso terzi. L’Istituto scolastico potrà chiedere, all’interno della convenzione, copia della polizza assicurativa.

La polizza integrativa scolastica

La scuola che ospita il tirocinio dovrà a sua volta essere in possesso di una polizza assicurativa di Responsabilità Civile. La polizza dovrà garantire gli stagisti nel caso di danni direttamente riconducibili alla responsabilità dell’Istituto. Le polizze assicurative presenti sul mercato già offrono questa soluzione. I prodotti migliori prevedono, inoltre, anche la tutela assicurativa dei tirocinanti in caso di infortunio. Spesso questa garanzia è a titolo gratuito. Potrebbero, tuttavia, esserci delle limitazioni legate, ad esempio, ai tirocinanti di soggetti pubblici o privati. Per questo motivo è sempre opportuno fare una verifica specifica delle condizioni contrattuali.

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Armi a scuola

La cronaca dello scorso mese di febbraio riporta due eventi preoccupanti. Riferisce l’Ansa come due studenti, di due diversi Istituti fiorentini, abbiano portato in classe rispettivamente una pistola costruita artigianalmente e un coltello lungo 30 centimetri. Entrambi gli episodi si sono verificati a pochi giorni di distanza da un’altra vicenda analoga. In un Istituto alberghiero del napoletano, un alunno ha introdotto in classe una pistola scacciacani priva del “tappo rosso” previsto per le armi giocattolo.
In tutti questi casi è intervenuta l’autorità di Pubblica Sicurezza e sono scattate le relative denunce.

Il profilo legale

Nel nostro paese, la normativa relativa, non solo all’uso, ma anche alla sola detenzione di armi proprie e improprie, è molto stringente. Per le armi da fuoco, è necessario l’ottenimento dell’autorizzazione specifica (porto d’armi), ai sensi del D. Lgs. 10 agosto 2018, n. 104. Un coltello da cucina rientra invece, nella categoria delle armi improprie, perché, anche se può ferire, non è stato realizzato per questo specifico fine. Per un coltello, qualsiasi sia la sua dimensione, non è quindi necessario il porto d’armi, tuttavia, esso non può essere portato fuori di casa senza una valida ragione. Nel caso di possesso di arma impropria, senza giustificato motivo, la legge prevede che sussista sempre l’ipotesi di reato. I riferimenti normativi sono contenuti all’Art. 699 del Codice Penale e all’Art. 4 della Legge 18 aprile 1975, n. 110.
L’Art. 5 della stessa Legge regolamenta anche le armi giocattolo. Oltre alla canna occlusa da un inserto di metallo, l’arma dovrà prevedere un tappo rosso inamovibile all’estremità della canna.

La responsabilità

L’introduzione di armi, proprie o improprie, nella scuola, in assenza di giustificato motivo, è un reato.
Ciò tuttavia, non autorizza la perquisizione degli alunni all’ingresso. Gli Artt. 13 e 42 della Costituzione affermano, infatti, che la libertà e la proprietà privata sono diritti inviolabili. Il personale scolastico non potrà, quindi, lecitamente perquisire gli alunni o i loro effetti personali. La perquisizione non autorizzata degli alunni o dei loro effetti personali potrebbe integrare il reato di violenza privata. Qualora, tuttavia, ci fossero fondati motivi, il personale dovrà far ricorso all’Autorità Giudiziaria, che potrà procedere legalmente alla perquisizione.
Nel caso in cui un minore sia trovato in possesso di un’arma l’Autorità Giudiziaria provvederà ad accertare le eventuali responsabilità della famiglia. La scuola, dal canto suo, dovrà applicare una sanzione disciplinare proporzionale all’evento verificatosi, anche alla luce del Patto educativo di corresponsabilità. Il documento è, infatti, lo strumento base dell’interazione che la scuola e la famiglia si impegnano a rispettare.

Il profilo assicurativo

In premessa è bene evidenziare che le assicurazioni, anche quella integrativa scolastica, non risarciscono le responsabilità penali, né le sanzioni amministrative pecuniarie derivanti.
Nel caso di sinistro provocato da armi e accaduto all’interno dell’Istituto, la polizza integrativa scolastica opera in due direzioni. Da un lato risarcisce le spese mediche dell’infortunato, fatta salva, in caso di dolo, la rivalsa sul responsabile del gesto o sulla sua famiglia. Dall’altro, tutela la responsabilità civile della scuola qualora venga dimostrata la colpa diretta nell’evento. Come per tutti i casi di responsabilità, la scuola dovrà, infatti, provare di aver predisposto tutte le misure idonee ad evitare il danno. Dovrà, inoltre, dimostrare che il danno s’è verificato per una causa non prevedibile, né superabile con la normale diligenza adeguata alle circostanze concrete.

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Docente aggredisce un alunno

La cronaca recente riporta due fatti particolarmente gravi che vedono coinvolti i docenti.  
In provincia di Brescia, nel febbraio del 2021, un docente, dopo uno scherzo, ha inseguito e picchiato due alunni con una mazza da baseball. Trauma cranico e prognosi di 20 giorni per il primo, 20 punti di sutura e 40 giorni di prognosi per il secondo. Il processo inizierà il prossimo novembre.
Ad Asolo, nel trevigiano, l’insegnante di una scuola media, dopo aver strattonato un undicenne, l’avrebbe violentemente scaraventato tra il banco e il muro. Il sindaco si è rivolto all’ufficio scolastico di Treviso chiedendo la sospensione dell’insegnante.

La responsabilità penale

Due eventi molto diversi tra loro che, tuttavia, hanno nella scuola il filo conduttore.
Nel primo caso infatti, l’evento non è avvenuto in Istituto ma vede comunque coinvolto un docente e alcuni dei suoi alunni.
L’episodio, come riportato, si configura come lesione personale, ai sensi dell’Art. 582 del Codice Penale.
Il Codice identifica nelle lesioni personali quei reati che offendono l’integrità fisica o psichica della persona. La sua gravità è rapportata ai giorni di prognosi. Proprio i giorni di prognosi infatti, definiscono la gravità del reato prevista dal legislatore: lievissima, lieve, grave e gravissima.
Il reato prevede inoltre, una serie di possibili aggravanti come, ad esempio l’utilizzo di armi, anche improprie.

La responsabilità diretta della scuola

In entrambi i casi sopra indicati potremmo trovarci di fronte ad una responsabilità penale del docente. Tuttavia, nel secondo avvenimento, la gravità del reato e le possibili responsabilità sono molto diverse.
Se da un lato, infatti, sembrano non esserci lesioni fisiche, dall’altro non bisogna dimenticare che l’evento è accaduto all’interno dell’Istituto scolastico.
Come ricorda la giurisprudenza, con l’ammissione dell’allievo a scuola sorge un vincolo negoziale dal quale deriva l’obbligo di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’alunno.
La responsabilità della scuola è fondata sia sull’obbligo di vigilanza, sia sulla generale osservanza di non recare danno (ex artt. 2043 e 2051 c.c.).
Ferma restando, quindi, l’ipotesi della responsabilità penale del docente, la scuola potrebbe essere tenuta a provare come l’evento non sia derivante dalla propria responsabilità diretta.
Il contratto di protezione che viene ad instaurarsi tra la scuola e l’alunno, contempla, infatti, la tutela dell’integrità fisica dello studente. In altre parole la scuola potrebbe dover dimostrare l’adeguatezza del docente a ricoprire il ruolo.

Il profilo assicurativo

Occorre premettere, innanzitutto, che l’assicurazione non risarcisce la responsabilità penale, né le sanzioni amministrative pecuniarie derivanti.
Ciò detto, sul piano strettamente assicurativo, in relazione ai due episodi, esistono alcune differenze sostanziali. Nel primo caso, essendo l’evento occorso al di fuori delle attività scolastiche non è operante né la tutela obbligatoria prevista dall’INAIL, né la polizza integrativa. Sarà, quindi, il giudice a stabilire, sia il livello di gravità dell’evento, che l’eventuale ammontare della sanzione pecuniaria e del rimborso.
Nel secondo caso, invece, l’elemento determinante è il luogo in cui è accaduto. La polizza integrativa scolastica risarcisce l’eventuale danno fisico o psicologico patito dall’alunno, salvo, in caso di comportamento doloso, la rivalsa sul soggetto responsabile.
La polizza integrativa, inoltre, nel ramo di Responsabilità Civile, tutela anche l’Istituto scolastico in relazione ad eventuali responsabilità dirette relative all’evento occorso.

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Vigilanza e responsabilità

In una scuola media di Pavia 10 studenti intossicati in palestra durante la lezione di educazione fisica per l’utilizzo di uno spray al peperoncino.
Prognosi di 15 giorni per un alunno diciassettenne dell’Istituto Alberghiero di Pula, provincia di Cagliari, ripetutamente colpito alla testa con una pala da un compagno.
Un alunno tedesco di 12 anni, precipitato dal cornicione di un albergo mentre era in gita in Valle Aurina in Alto Adige. È gravissimo in ospedale, forse voleva fare uno scherzo ai compagni.
Queste sono le notizie di cronaca che, solo nell’ultimo mese, hanno coinvolto la scuola e che hanno avuto un’ampia risonanza nei media.
Di fronte a questi avvenimenti, le due domande che la maggior parte delle persone si pone sono: chi doveva vigilare? e di chi è la responsabilità?

La vigilanza

L’obbligo di vigilanza sugli alunni, imposto al personale scolastico, deriva dal comma 2 dell’Art. 2048, del Codice Civile. Già nel 2011, la Corte di Cassazione evidenziava che, con l’ingresso dell’allievo a scuola sorge un vincolo negoziale dal quale discende l’obbligo di vigilanza. L’obbligo di protrae per tutto il tempo in cui lo studente fruisce della prestazione scolastica, in tutte le sue espressioni. Ai sensi dell’Art.44, comma 1, del CCNL scuola, anche i collaboratori scolastici dovranno provvedere ai compiti di accoglienza e di sorveglianza connessi alle attività.
È bene, tuttavia, sottolineare come, secondo la giurisprudenza, la scuola sia tenuta alla vigilanza nei confronti degli alunni con la diligenza adeguata al caso concreto.
L’Istituto dovrà, quindi, adottare tutte le misure idonee a prevenire ed impedire il verificarsi del danno secondo criteri di normalità. Tra questi, non solo la capacità tecnico-organizzativa dell’Istituto, ma anche quella specifica del soggetto vigilato. La vigilanza, quindi, non è un postulato assoluto ma andrà applicata sulla base di un giudizio relazionale, rapportato al caso concreto. Le variabili di riferimento dovranno essere declinate in relazione all’età, alla maturità e al livello di indipendenza del soggetto vigilato. È intuitivo, infatti, che non potrà essere applicata la stessa vigilanza per un alunno della scuola dell’infanzia e per uno studente di un Istituto superiore.

La responsabilità

La giurisprudenza chiarisce come, in ambito scolastico, siamo di fronte ad un contratto di protezione. Tra gli interessi da realizzarsi da parte della scuola rientra, infatti, anche quello all’integrità fisica dell’allievo.
Relativamente alla responsabilità quindi il passaggio essenziale è costituito dall’onere probatorio. L’alunno, o la sua famiglia, sono tenuti solamente a dimostrare che il danno si è verificato nel corso dello svolgimento del rapporto. Alla scuola spetta invece dimostrare che l’evento dannoso sia stato determinato da una causa non imputabile né all’istituto scolastico né al suo personale. La scuola dovrà, quindi, provare, da un lato, di aver predisposto tutte le misure idonee ad evitare il danno, dall’altro, che il danno s’è verificato per una causa non prevedibile, né superabile con la normale diligenza adeguata alle circostanze concrete.
Le responsabilità civilistiche connesse all’obbligo di vigilanza sugli alunni vanno, tuttavia, integrate con il dettato dell’Art. 61 della Legge 11 luglio 1980, n. 312.
Ai sensi della legge, la responsabilità patrimoniale del personale scolastico è limitata ai soli casi di dolo o colpa grave nell’esercizio della vigilanza sugli alunni. Fatti salvi questi casi, l’Amministrazione si surroga al personale medesimo nella responsabilità civile derivante da azioni promosse da terzi.
L’aspetto legato alla responsabilità in caso di danno non si limita esclusivamente alla culpa in vigilando del personale scolastico o alla culpa in organizzando dell’Istituto. La famiglia, infatti, è la prima deputata a impartire ai figli una corretta educazione atta a prevenire fatti illeciti e/o dannosi.
C’è, quindi, da tenere in considerazione anche la possibile culpa in educando dei genitori ai sensi del comma 1 dell’Art. 2048 del Codice Civile. Quest’aspetto rientra nel patto di corresponsabilità stipulato tra la famiglia e la scuola.

Il profilo assicurativo

Nel merito delle coperture assicurative, le polizze integrative stipulate dalla scuola, di norma, prevedono il ramo di Responsabilità Civile.
Ogni evento è un caso a se stante che prevede una accurata analisi delle dinamiche specifiche. Queste serviranno per capire, non solo come il sinistro è avvenuto, ma anche per definire le responsabilità dei soggetti coinvolti e l’eventuale trasferimento all’assicuratore.

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Palestra della Parrocchia

Nel nostro istituto comprensivo sono in corso i lavori di ristrutturazione della palestra. Al fine di evitare l’interruzione dell’attività formativa, il Comune ha fatto un accordo con la Parrocchia per l’utilizzo di un locale. Le docenti incaricate ci segnalano che in alcuni punti il pavimento si spacca e si solleva. Un’alunna sarebbe anche inciampata, senza, tuttavia, riportare danni. Inoltre, un pannello della controsoffittatura sembra pericolante. In caso di infortunio la polizza scolastica indennizza il danno?

I locali scolastici sono di proprietà degli Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni), ai sensi dell’Art. 826 del Codice Civile.
Ai sensi dell’Art. 3 della Legge 11 gennaio 1996, n. 23 l’Ente proprietario è obbligato alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. Nel caso di manutenzione straordinaria che impedisca l’utilizzo dei locali, l’Ente proprietario provvede a fornire all’Istituto scolastico una sistemazione alternativa per il tempo necessario. Anche questi locali, esattamente come quelli scolastici, dovranno essere conformi alla normativa di riferimento in materia di sicurezza ai sensi del D.L. 2008 n. 81.
L’edificio, al pari di quello scolastico, dev’essere munito del documento di valutazione dei rischi a tutela della salute degli studenti e degli operatori.

La sicurezza degli immobili scolastici

L’Ente locale quindi, stipulando con un soggetto terzo un contratto per il comodato dei locali destinati all’edilizia scolastica, dovrà verificarne l’adeguatezza. A sua volta, l’Istituto scolastico dovrà provvedere a valutarne la sicurezza per tutto il periodo in cui i locali sono nella sua disponibilità. Eventuali pericoli andranno segnalati tempestivamente all’Ente locale che ha stipulato la concessione. In casi particolari, l’accesso ai locali potrebbe essere limitato o interdetto in maniera preventiva.

La Responsabilità Civile

L’Art. 2043 del Codice Civile obbliga al risarcimento chiunque arrechi, dolosamente o colposamente, ad un terzo un danno “ingiusto”.
Quanto in premessa, unitamente al testo normativo, tende a identificare e delimitare la responsabilità civile diretta dei singoli soggetti coinvolti. In caso di infortunio di un alunno, o di un operatore scolastico, si stabilirà, ai sensi della normativa, su chi grava la responsabilità dell’accaduto. Sarà quindi quest’ultimo a dover risarcire il danno.
L’Ente proprietario deve accertarsi che l’immobile avuto in concessione sia adeguato alle necessità. L’Istituto scolastico deve curare, da un lato il corretto uso dei locali, senza procurarne danno, dall’altro l’adeguatezza degli stessi, in relazione all’attività prescelta. Questa verifica è in capo al Dirigente Scolastico, vale a dire al RSPP dell’Istituto. Il proprietario dell’immobile è tenuto ad effettuare tutti i lavori di messa in sicurezza dei locali qualora risultino inadeguati ovvero qualora si rendessero necessari.

Il profilo assicurativo

La polizza scolastica integrativa, di norma, indennizza tutti i casi di responsabilità diretta dell’Istituto nei casi di morte, lesioni personali, distruzione e danneggiamenti di cose.
Qualora, quindi, la responsabilità del danno fosse ascrivibile all’Istituto la polizza provvederà al risarcimento. In caso in cui il danno sia provocato dal proprietario dell’immobile o dal concessionario, saranno questi ultimi a dover provvedere al risarcimento.

Se vuoi avere maggiori informazioni in relazione alle polizze assicurative per la Responsabilità Civile della scuola, contattaci qui.

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Scuola senza riscaldamento

Con l’arrivo dell’inverno si torna a parlare del problema del riscaldamento nelle scuole.
In questo mese di gennaio, le cronache hanno riportato le proteste dei genitori di Villaricca, in Campania, per i termosifoni spenti nell’Istituto comprensivo a causa di un guasto.
Il Comune di Castello di Cisterna, ancora nel napoletano, lo scorso settembre, ha chiuso un plesso scolastico a causa del caro bollette.
Ultimo, solo in ordine di tempo, il caso avvenuto a Palermo, dove un’alunna di quinta elementare è stata soccorsa dal 118 e portata in ospedale per ipotermia. Anche in questo caso, l’impianto di riscaldamento era fermo perché rotto.

La manutenzione degli impianti e la crisi energetica

Nella maggior parte dei casi la motivazione è da ricercarsi nella carente manutenzione degli impianti da parte degli Enti proprietari degli immobili. Nell’ultimo periodo, inoltre, si è aggiunto l’aumento delle tariffe di energia elettrica e gas con il conseguente incremento dei costi di gestione. Situazione che rischia di diventare complessa se ilSole24ore, lo scorso ottobre, stimava aumenti, per gli Enti locali, nell’ordine del 44,3% per l’energia elettrica e del 47,4% per il gas.

Il profilo normativo

Riguardo agli edifici scolastici, per le scuole di grado inferiore, spetta ai Comuni la progettazione, la realizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria. Analogamente, per gli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, quest’incombenza è a carico delle Province. La norma è stabilita dall’Art. 3 della Legge 11 gennaio 1996, n. 23, e dal D.L. 18 agosto 2000, n. 267.
Se è vero che la competenza per la manutenzione degli edifici scolastici è l’Ente Locale proprietario dell’immobile, è anche vero che gli interventi vanno sollecitati dal Dirigente Scolastico. Quest’ultimo infatti è il responsabile dei luoghi di lavoro ai sensi del D.L. 9 aprile 2008, n. 81.
Circa i lavori di manutenzione, l’Art. 39 del D.I. 28 agosto 2018, n. 129, disciplina la possibilità che questi possano essere effettuati anche dalla scuola. Prerequisito è la concertazione con l’Ente proprietario che dovrà, in ogni caso, accollarsene le spese.

Il profilo assicurativo

La polizza assicurativa scolastica integrativa, nel ramo di Responsabilità Civile, tutela di norma, l’Istituto scolastico per tutti i danni a lui direttamente ascrivibili.
L’Assicurazione, infatti, si obbliga a tenere indenne l’Istituto per i danni involontariamente causati a terzi per morte, lesioni personali, distruzione e danneggiamenti a cose.
Nel caso in cui il danno sia stato causato direttamente dall’Istituto, per mancata o tardiva segnalazione, la polizza risarcisce il danneggiato. È bene, tuttavia, fare una precisa verifica delle condizioni contrattuali, soprattutto in relazione alle esclusioni. La polizza potrebbe, infatti, non prevedere i lavori di manutenzione o i danni per interruzione o sospensione totale o parziale delle attività. Potrebbe, infine, essere esclusa la Responsabilità Civile personale degli incaricati dall’Istituto Scolastico.

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Open Day

Per il mese di gennaio, il nostro Istituto superiore sta organizzando alcune giornate di Open Day finalizzate alle nuove iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Alcuni docenti si sono offerti di partecipare anche al di fuori dell’orario di servizio. In caso di sinistro sono tutelati dalla polizza assicurativa integrativa? Analogamente sono in copertura gli studenti non iscritti e le loro famiglie durante gli incontri?

Con l’avvio del nuovo anno e in previsione dell’iscrizione dei nuovi alunni, prevista entro il 30 gennaio prossimo, molti Istituti stanno organizzando gli Open Day.
L’Open Day nasce in Italia a metà degli anni ’90, nella scuola paritaria. Via via s’è diffuso anche nella scuola statale. Durante la “giornata aperta” i futuri studenti e le loro famiglie possono visitare gli edifici, incontrare i professori e verificare l’offerta formativa.
Le scuole hanno, così, modo di presentarsi al meglio delle proprie possibilità ed i futuri studenti potranno prendere una decisione più corrispondente alle proprie aspettative.

L’assicurazione del personale scolastico

Normalmente l’Open Day rientra nel progetto “Orientamento e Continuità”, inserito nel PTOF delle istituzioni scolastiche. L’attività generalmente è tra quelle extracurricolari ma, in quanto attività scolastica, è ricompresa tra quelle tutelate dall’assicurazione integrativa, senza limitazione di tempi o di orari.
La partecipazione dei docenti e del personale a questi momenti, di norma, è su base volontaria e non può essere imposta dal Dirigente.
Nel caso in cui, tuttavia, il Collegio Docenti deliberi l’organizzazione dell’Open Day come un’iniziativa e/o un progetto specifico, la partecipazione del personale è obbligatoria.
In compenso, se previsto dal contratto integrativo d’Istituto, l’Open Day è ricompreso nella flessibilità oraria senza oneri per l’Amministrazione.
Sotto il profilo assicurativo, il personale scolastico non è tenuto obbligatoriamente ad aderire alla polizza integrativa. Ne deriva che, in caso di mancata adesione, il sinistro sarà tutelato esclusivamente dalle tutele obbligatorie garantite dall’INAIL.

L’assicurazione dei partecipanti

Come già ricordato, l’Open Day rientra tra le attività extracurricolari. La partecipazione a queste iniziative è libera, gratuita e, generalmente, non legata ad accordi o convenzioni tra Istituzioni scolastiche. Gli alunni interessati e le loro famiglie, durante la presenza all’interno dell’Istituto scolastico organizzatore, non godono della copertura assicurativa in caso di sinistro.
Tuttavia, in caso di responsabilità civile colposa dell’Istituto, la polizza prevede il risarcimento del danno.
In altre parole, se il danno è direttamente riconducibile alla scuola, come nel caso di pericolo non segnalato (es.: pavimento bagnato), la polizza opera regolarmente.

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Alunna scompare all’uscita da scuola

La cronaca riporta come una studentessa di 11 anni, uscita nel pomeriggio da una scuola di Piacenza, si sia persa. Allertate anche le forze dell’ordine, l’alunna è stata ritrovata dal padre solo in tarda serata.
Il lieto fine della vicenda tuttavia non esonera a qualche riflessione sulla possibile responsabilità della scuola o della famiglia sull’accaduto.

La responsabilità dell’Istituto scolastico

Il secondo comma dell’Art. 2048 del Codice Civile identifica nella scuola (il precettore) il soggetto responsabile dell’incolumità dell’alunno per tutto il periodo dell’affidamento alla stessa.
Analogo concetto è ribadito dalla Legge 4 maggio 1983, n. 184, in relazione al diritto dei minori. Con l’iscrizione alla scuola di uno studente alla scuola si instaura un vincolo negoziale dal quale discende l’obbligo di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’alunno.
Di fatto è di un contratto di protezione, secondo il quale, tra gli interessi da realizzarsi da parte della scuola, rientra quello all’integrità fisica dell’allievo.
Ne deriva che l’alunno minore d’essere consegnato e ritirato dalla famiglia alla scuola, senza interruzione della vigilanza.
L’evoluzione normativa introdotta dall’Art. 19-bis, del D.L. 16 ottobre 2017, n. 148, ha modificato in parte quest’aspetto. Il dispositivo infatti, consente l’uscita autonoma dei minori di 14 anni dai locali scolastici al termine dell’orario delle lezioni fermo restando l’autorizzazione esplicita della famiglia.

La responsabilità della famiglia

I genitori quindi potranno consentire ai figli di lasciare l’Istituto scolastico, finite le lezioni, esonerando il personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza.
La decisione delle famiglie dovrà comunque sempre tenere in considerazione l’età, la maturità e il grado di autonomia degli alunni, oltre allo specifico contesto di riferimento.
In questo senso s’è espresso anche il Tar Veneto, Sezione I, con la recente sentenza n. 72 del 10 gennaio 2022.
In questo caso, l’Istituto aveva modificato il regolamento scolastico imponendo la: «Presa in consegna, all’uscita, dai rispettivi genitori o da persona maggiorenne espressamente delegata». Alcuni genitori hanno impugnato davanti al giudice la delibera che ha modificato il regolamento scolastico.
Il TAR ha disposto l’annullamento della Delibera fermo restando il potere dell’Amministrazione scolastica di rideterminarsi, nell’osservanza dei principi enunciati dalla legge.
In altre parole, la richiesta della famiglia, potrebbe non venire accolta qualora si evidenziassero, nello studente, presupposti tali da non garantire la sicurezza dello stesso.

Il profilo assicurativo

Le polizze assicurative scolastiche, di norma, prevedono l’infortunio in itinere anche per gli studenti. Ne deriva quindi che, nel caso di danno fisico, nel tratto tra l’abitazione e l’Istituto scolastico o viceversa, l’assicuratore risarcirà il sinistro.
L’assicuratore provvederà anche al rimborso del danno nel caso di responsabilità civile diretta dell’Istituto, nel caso di mancata o carente vigilanza imputabile direttamente a quest’ultimo.
Nessun risarcimento sarà invece previsto dalla polizza scolastica qualora la responsabilità diretta sia imputabile alla famiglia dell’alunno.

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